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Recinzioni divelte, accesso libero e nessun presidio: il cantiere di via Petrolini continua a far discutere residenti e passanti.
Recinzioni divelte, accesso libero e nessun presidio: il cantiere di via Petrolini continua a far discutere residenti e passanti.
Il cantiere di via Petrolini, a Roma, è ormai diventato un simbolo di polemiche e preoccupazioni. Quello che dovrebbe essere un’area di lavoro regolamentata e sicura, appare oggi come un grande spazio aperto, accessibile a chiunque, con recinzioni abbattute e nessun evidente controllo degli accessi.
Le immagini parlano chiaro: la barriera di protezione è a terra, la rete arancione divelta, e l’area di scavo profonda diversi metri è lasciata senza alcuna difesa reale. Un contesto che solleva inevitabili domande: dove sono le misure di sicurezza previste per legge? Chi vigila sulla tutela di lavoratori e cittadini?
Mentre i mezzi da cantiere restano parcheggiati sul fondo dello scavo, a pochi passi dalla strada chiunque potrebbe entrare, con il rischio di gravi incidenti. Una situazione che preoccupa i residenti del quartiere, già provati da mesi di lavori, rumori e disagi.
Il “cantiere della discordia” non smette di far parlare di sé, e ora al centro della discussione c’è soprattutto la questione sicurezza: un tema che, in una città come Roma, non può essere ignorato.
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