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Il giorno in cui la violenza cieca dei terroristi di Hamas ha spezzato vite e comunità, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva. Una ricorrenza che ci chiama a riflettere sulla fragilità della pace e sull’urgenza di difendere la vita.
Il giorno in cui la violenza cieca dei terroristi di Hamas ha spezzato vite e comunità, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva. Una ricorrenza che ci chiama a riflettere sulla fragilità della pace e sull’urgenza di difendere la vita.
Il 7 ottobre resterà per sempre inciso nella storia come un giorno di dolore e di orrore. Quel venerdì, attacchi indiscriminati da parte di Hamas hanno portato morte, distruzione e sofferenza in Israele, colpendo famiglie, comunità e innocenti. Le immagini dei sopravvissuti, le testimonianze dei testimoni e le cronache dei media hanno mostrato al mondo intero la brutalità di un atto terroristico che non conosce giustificazione.
Ogni vittima rappresenta un monito doloroso: la vita e la sicurezza sono valori inestimabili, e la libertà non può mai essere data per scontata. Il 7 ottobre ci ricorda quanto sia urgente impegnarsi quotidianamente per difendere questi valori e combattere ogni forma di violenza e terrorismo.
Ma il ricordo di questa tragica ricorrenza non deve limitarsi alla memoria del dolore. Deve trasformarsi in impegno civile, solidarietà e responsabilità collettiva. Educare le nuove generazioni, denunciare l’odio, costruire ponti di pace: questi sono gli strumenti per onorare chi non c’è più e prevenire che tragedie simili si ripetano.
Oggi, più che mai, la coscienza civile e morale di ciascuno di noi è chiamata a farsi forza contro l’intolleranza, l’odio e la violenza. Il 7 ottobre non è solo un giorno di lutto, ma un giorno di riflessione, responsabilità e speranza per un futuro di pace. Ricordare significa non dimenticare, e agire significa onorare le vittime con gesti concreti di umanità.
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